DECRETO-LEGGE 212/2011 – TROPPI DEBITI? ARRIVA IL PIANO DI RISANAMENTO PER PRIVATI E FAMIGLIE

I privati e le famiglie in stato di sovraindebitamento potranno tentare di risolvere le proprie difficoltà chiedendo la liquidazione del patrimonio o attraverso una sorta di proceduta concorsuale che, se approvata dal tribunale competente in base alla residenza del consumatore, li terrà al riparo da pignoramenti ed ipoteche per tre anni.

Queste due delle maggiori novità, destinate a diventare realtà qualora il nuovo Decreto legge sulla Giustizia civile, per ora in discussione al Senato, diventasse legge.

Secondo quanto disposto dagli emendamenti presentati dal Governo al Decreto-Legge 22 dicembre 2011, n. 212 i privati che si trovano  in una “situazione di definitiva incapacità di adempiere regolarmente alle proprie obbligazioni” potranno proporre, con l’aiuto di un ente pubblico o privato registrato presso il Ministero di Giustizia e addetto alla composizione della crisi, un piano di rientro teso alla “soddisfazione dei crediti attraverso qualsiasi forma, anche mediante cessione dei crediti futuri”.

Il piano, depositato presso il tribunale competente, dovrà essere corredato da gli appositi documenti previsti da legge, come ad esempio l’elenco dei creditori o l’indicazione delle somme dovute, ed andrà esaminato dal giudice che, in base ad una duplice valutazione concernente  da un lato l’idoneità del piano ad assicurare la soddisfazione dei crediti impignorabili e dall’altro la circostanza di un eventuale sovra indebitamento colposo,  lo dichiarerà o meno idoneo.

La proposta del debitore sarà, invece, dichiarata inammissibile qualora  il consumatore abbia  fatto ricorso, nei precedenti cinque anni, alla procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento o qualora nei suoi confronti sia stato adottato un provvedimento di revoca o cessazione dell’omologazione.

Nel caso in cui i beni del debitore non siano sufficienti a garantire la fattibilità del piano, gli emendamenti ammettono la possibilità da parte di terzi di integrarli.

A differenza della procedura anti-crisi appena introdotta per le imprese piccole e familiari, il consumatore potrà ricorrere all’”esdebitazione” per essere «liberato dai debiti residui nei confronti dei creditori per titolo e causa anteriore all’apertura di una delle due procedure», a condizione, tra l’altro, che egli abbia cooperato e, nel caso di accesso alla procedura di liquidazione, non sia imputabile di un ricorso al credito «colposo e sproporzionato rispetto alle sue capacità patrimoniali». L’esdebitazione non opererà per tutti i debiti, però. Sono esclusi, per esempio, quelli derivanti da obblighi di mantenimento e alimentari.

Per valutare se il rimedio offerto ai consumatori afflitti dai debiti possa considerarsi un vantaggio in concreto occorre comunque attendnere il testo definitivo del provvedimento.

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