MAXI-EMENDAMENTO E GIUSTIZIA

“Tutti i più recenti interventi normativi annullano il diritto dei cittadini alla giustizia (…). Se questo è il massimo che il Governo poteva fare per l’avvocatura non è ancora sufficiente”.
Queste le parole con cui il Consiglio Nazionale Forense ha accolto il testo del maxi-emendamento al “DDL stabilità”, depositato il 9 novembre scorso dal Governo in commissione bilancio al Senato.
Tra le disposizioni più contestate dal Consiglio, oltre a quelle relative agli ordini professionali, rilevano in particolare: l’aumento del contributo unificato per i processi di appello e Cassazione, la multa fino a 10.000 euro in caso di rigetto della istanza di sospensione dell’esecutività della sentenza di primo grado nonché la costosissima “corsa ad ostacoli” necessaria per arrivare ad una sentenza.
Peccato, però, che nessuna censura sia stata mossa riguardo l’espunzione, dal testo definitivo, dell’anticipo dell’entrata in vigore della mediazione anche per le materia finora escluse (condominio e risarcimento danni da circolazione autoveicoli), che rientra invece tra le poche disposizioni  appoggiata dal CNF … pur rappresentando la mediazione, ad avviso di chi scrive, uno dei possibili, concreti strumenti per una rapida risoluzione delle controversie civili.
Il CNF ha poi chiesto formalmente al Parlamento di “ripensare a quelle norme contrarie ad ogni principio di civiltà giuridica e non solo” e di dimostrarsi “autonomo da quei poteri forti che vogliono piegare alla ricerca del profitto la tutela dei diritti inviolabili dei cittadini e devono per questo privare di dignità e decoro le libere professioni, prima di tutte quella di avvocato”.
Il 12 novembre scorso, con un affluenza quasi storica, le rappresentanze dell’avvocatura (oltre 130 Ordini forensi su 165, Unioni, Cassa forense, Oua e Associazioni), su iniziativa del CNF, si sono poi riunite a Roma alla Camera dei deputati per controproporre una strategia di ripresa che garantisca i diritti dei cittadini.
In attesa di una risposta del Parlamento e degli esiti della controproposta dell’avvocatura non resta che confidare e sperare nelle parole pronunciate dal presidente del CNF, Guido Alpa “Siamo pronti a dare il nostro contributo per restituire ai cittadini una giustizia giusta”.

Lavinia Fabrizi

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