Smart Working, un’opportunità da cogliere

È oramai imminente (il DDL è stato già approvato dalla Camera ed ora si attende l’approvazione, che dovrebbe essere rapida, in Senato) l’entrata in vigore dello Smart Working, ovvero di una nuova modalità di esecuzione della prestazione lavorativa (non quindi una nuova tipologia contrattuale) grazie alla quale la prestazione di lavoro potrà essere svolta anche al fuori dei locali aziendali, da casa, ma anche da qualunque altro luogo idoneo.

Gli elementi che caratterizzano il nuovo istituto possono essere così riassunti:

  • in primo luogo è necessario l’accordo tra datore di lavoro e lavoratore, che può avere durata determinata o indeterminata;
  • è previsto un obbligo di informativa da parte del datore di lavoro sui rischi, generali e specifici, connessi all’esecuzione della prestazione da parte del “lavoratore agile, cui si applicano anche le norme di tutela contro gli infortuni sul lavoro e malattie professionali;
  • infine, il trattamento economico normativo riservato al lavoratore agile non potrà essere inferiore a quello complessivamente applicato ai lavoratori che svolgono la loro prestazione all’interno dell’azienda.

Le finalità che si intendono perseguire con la disciplina dello Smart Working si rivolgono sia ad una maggiore “competitività” aziendale (del resto i risultati ottenuti dalle aziende che già ne fanno uso parlano chiaro: aumento della produttività dal 15 al 20%, drastica riduzione dell’assenteismo e miglioramento dell’ambiente lavorativo e dell’employer branding) sia alla conciliazione dei tempi di vita privata con quella lavorativa.

E’ uno strumento molto atteso (lo dimostra l’interesse crescente soprattutto delle grandi aziende), che potrà contribuire, superando la normale tendenza a un rigido esercizio al potere di controllo da parte del management aziendale, alla valorizzazione del lavoratore e, conseguentemente, ad un reale miglioramento della prestazione lavorative.

Certamente lo Smart Working implica anche un cambiamento di natura culturale e non potrà, almeno per ora, essere applicabile a tutte le mansioni e da tutti i settori produttivi, ma è certamente un’opportunità da cogliere che apre scenari futuri molto interessanti, a fronte di un mondo del lavoro orientato ad una maggiore flessibilità e responsabilizzazione nell’esecuzione della prestazione lavorativa, che si allontana da “tempo” di lavoro e si rivolge sempre più a risultato.

Avv. Francesco Baldi – Partner di Legal Grounds